Taglio del cuneo fiscale 2023
Decreto Calderone, in busta paga fino a 100€
Un taglio del cuneo fiscale che oscilla fra 50 e 100 euro al mese, lo sgravio maggiore per stipendi fino a 2500 euro.
Il Decreto Calderone 2023, recentemente varato dal governo, ha suscitato un notevole interesse e dibattito tra economisti, politici e cittadini.
Uno dei punti di maggiore rilievo contenuti nel decreto riguarda il taglio del cuneo fiscale, una misura volta a ridurre gli oneri fiscali sul lavoro e promuovere la crescita economica.
Il cuneo fiscale e la sua importanza:
Il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra il costo del lavoro per l’azienda e il netto in busta paga del lavoratore.
Questo divario è causato dalle imposte e dai contributi sociali che gravano sul datore di lavoro e sul dipendente, un cuneo fiscale elevato può disincentivare l’assunzione di nuovi dipendenti, limitare la competitività delle imprese e ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori.
Il Decreto Calderone 2023 prevede una significativa riduzione del cuneo fiscale al fine di stimolare l’occupazione e favorire lo sviluppo economico.
Questa politica si traduce in una diminuzione degli oneri fiscali e contributivi per le imprese e in un aumento del reddito disponibile per i lavoratori, ciò potrebbe incentivare le aziende ad assumere più personale e consentire ai dipendenti di beneficiare di una maggiore disponibilità finanziaria.
Benefici per le imprese:
Il taglio del cuneo fiscale può avere diversi benefici per le imprese. Innanzitutto, riducendo i costi del lavoro, le imprese potrebbero essere incoraggiate ad aumentare le proprie attività produttive e assumere nuovi dipendenti. Questo potrebbe portare a una maggiore produttività complessiva e favorire la crescita economica.
Inoltre, le aziende potrebbero essere in grado di investire maggiormente in innovazione, ricerca e sviluppo, migliorando così la loro competitività a livello nazionale e internazionale.
Un ambiente economico favorevole alle imprese potrebbe anche attrarre investimenti stranieri e favorire lo sviluppo di settori chiave dell’economia.
Benefici per i lavoratori:
Aumento del reddito netto dei lavoratori.
Con un maggiore potere d’acquisto, i dipendenti potrebbero beneficiare di una migliore qualità della vita e avere la possibilità di risparmiare o investire i propri soldi in modo più efficace.
Inoltre, l’aumento dell’occupazione derivante dal taglio del cuneo fiscale potrebbe creare nuove opportunità di lavoro e migliorare le prospettive di carriera per molti cittadini, ciò potrebbe avere un impatto positivo sulla disoccupazione e sulla riduzione della povertà .
Nell’art. 39 del dl 4/05/2023 n. 48, si stabilisce che “per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità , la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima.
Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”; la tredicesima, infatti, resta esclusa dagli aumenti dovuti al taglio del cuneo.
Secondo i conteggi predisposti dall’ente indicato, quindi, un dipendente con una busta paga di 1.200 euro al mese beneficerà di una riduzione netta del cuneo fiscale di 48 euro al mese mentre nel caso di retribuzione mensile di 2.500 euro, la sforbiciata al cuneo fiscale varata dall’esecutivo il 1° maggio scorso sarà pari a 100 euro.
Nessun beneficio invece per i dipendenti con busta paga di importo mensile superiore a 2.500 euro; oltre detto livello, infatti, si fermano i tagli del decreto.
In busta paga:
Siamo in presenza di due distinte situazioni:
- Redditi fino a 25 mila, che beneficiano di un taglio del cuneo fiscale del 3%
- Redditi sopra i 25 mila euro ma entro i 35 mila euro che ottengono un taglio al cuneo del 2%.
Dal 1° luglio 2023, invece, mese in cui entra in vigore la nuova riduzione del cuneo fiscale del 7% e del 6% sulla busta paga, con la conseguenza che per gli stipendi fino a 25mila euro il taglio al cuneo “sale” (quindi, si incrementa) a 7 punti percentuali, con una ipotesi di aumento in busta di circa 70/80 euro mentre per le retribuzioni da 25 a 35mila euro la riduzione sale a 6 punti percentuali, con una ipotesi di aumento in busta paga di circa 90/100 euro mensili.